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visita guidata nel Centro storico- giovedi' 24 maggio2012- h. 15,30

 

GIOVEDI' 24 MAGGIO P.V.ALLE ORE 15,30 :
un’acquazzone ci ha accolti appena arrivati a Piazza De Ferrari, prima di arrivare in P.zza Matteotti luogo dell’appuntamento, cosi’ forte da doversi riparare chi al Ducale, chi dentro una chiesa, chi presso la Pasticceria “Douce”. Ma gia’ 10 minuti dopo e’ spuntato il sole, tipico clima di fine primavera, accompagnandoci poi per tutto il pomeriggio.
Prima tappa la Chiesa di San Matteo, o meglio l’Abbazia di San Matteo. Due gentilissime Signore si sono offerte per guidarci nella visita , su incarico dell’Abate, Parroco Monsignore Gian Carlo Rapallo.
Con dovizia di particolari ci hanno illustrato sia la storia della Chiesa che del suo ricco interno :
“La chiesa di San Matteo fu fondata nel 1125 da Martino Doria come chiesa gentilizia della propria famiglia e completamente modificata in forme gotiche nel 1278.
La chiesa di San Matteo si affaccia sulla piazza omonima, che rappresenta forse l'angolo meglio conservato della Genova medioevale, con i quattro Palazzi dei Doria .
L'edificio fu rinnovato a metà del XVI secolo per volere di Andrea Doria da Giovanni Angelo Montorsoli (presbiterio e cupola); e poi nel 1557-59 su progetto di Giovanni Battista Castello (navate e decorazione, realizzate insieme a Luca Cambiaso).
Della sistemazione gotica si è conservato l'interno a tre navate e, soprattutto, l'intatta facciata a strisce bianche e nere, tripartita da lesene incorniciate da archetti; il paramento bicromo è arricchito da un grande rosone centrale e da due bifore (prive di colonnina interna) ai lati. Nel prospetto è inserito un
sarcofago tardo-romano - secondo l'uso locale, attestato anche in San Lorenzo - con "Allegoria dell'autunno", già sepoltura di Lamba Doria, che lo aveva riportato da Curzola.

All'interno, la cantoria, l'altare con trofei, i due pulpiti e le urne del presbiterio sono attribuiti a Silvio Cosini e al Montorsoli (autore pure delle statue che ornano le nicchie dell'abside).

Sull'altare maggiore è conservato un dipinto della Sacra Famiglia con Sant'Anna di Bernardo Castello del XVI secolo; secondo la tradizione la spada conservata sotto l'altare maggiore appartenne all'ammiraglio Andrea Doria che fu donata dal pontefice Paolo III. Nell'altare a sinistra del maggiore è presente la tela del Cristo fra santi e donatori di Andrea Semino.
Nella chiesa si trova un antico organo a canne barocco, costruito dall'organaro romano Antonio Alari nel 1773

Nella volta della navata centrale si trovano il "Miracolo del dragone d'Etiopia" di Luca Cambiaso e la "Vocazione di San Matteo" di G. B. Castello; da notare una "Deposizione", scultura lignea del Maragliano
( che da sola merita la visita della splendida Abbazia) e la tomba di Andrea Doria, opera del Montorsoli, nella cripta, a cui si accede attraverso una ripida scaletta.”

Sul fianco sinistro della chiesa si trova il chiostro di San Matteo di forma quadrangolare del 1308, ad archi acuti su colonnine binate.
Al centro un bellissimo pozzo in marmo”.

Terminata la visita a San Matteo, di gran corsa ci avviamo verso il Museo Diocesano dove ci attendono alle 17,00 per la visita al Chiostro dei Canonici di San Lorenzo.
La Dott.ssa Ilaria , con grande competenza e disponibilita’ ci guida illustrandoci dapprima l’esterno del Chiostro di forma quadrangolare, su due piani, articolato sui lati da un doppio ordine di arcatelle poggianti su colonnine binate, in pietra grigia del Promontorio alternata al marmo.
La dimora adibita ad abitazione dei Canonici di San Lorenzo ( Sacerdoti secolari addetti alla cura delle cerimonie religiose della Cattedrale) e’ infatti collegata con una passerella pensile, al piano superiore, con la stessa Cattedrale.
Nel corso dei tempi furono edificati altri due piani, e nel periodo delle due guerre mondiali fu adibita ad uso di civile abitazione.
Negli anni ’80 destinato all’attuale Museo Diocesano e aperto al pubblico nel 2000.
All’interno importanti collezioni archeologiche ( piano sottostante) che testimoniano la vita di un’antica “Domus” e reperti di corredi tombali tra cui un pettine di osso finemente decorato.
Molti i dipinti all’interno del Chiostro tra cui il “ Dio benedicente” di Luca Cambiaso, il “ Polittico di San Bartolomeo” di Barnaba da Modena.
Sculture lignee di Anton Maria Maragliano.
Ma la cosa piu’ particolare e significativa dal punto di vista religioso sono i preziosi teli blu di Genova( precursori del jeans), in fibra di lino e cotone tinti in colore indaco e raffiguranti la “ Grande Passione “ e la “ Piccola Passione”.
Infine, ma non ultimi per importanza, i Codici miniati, cioe’ libri sacri per la liturgia delle celebrazioni della S. messa, in caratteri sovra dimensionati( per poterli leggere anche da lontano)I le cui iniziali erano filigranate in blu e in rosso e preziosamente miniate con scene legate al testo della festa liturgica.

In questo periodo( 27 aprile- 27 maggio) e’ ospitata all’interno del Chiostro una collezione d’Arte moderna intitolata “ Fuori cornice”che l’Artista Mauro Martini ha curato personalmente, costruendo anche le installazioni su cui sono appoggiate le opere d’Arte di Autori diversi contemporanei e che ci e’ stata illustrata dallo stesso.
La visita si protrae fino all’ora di chiusura del Museo e ci avviamo verso la terza ed ultima tappa : la Basilica di Santa Maria delle Vigne.
Arrivati davanti all’austera facciata della Chiesa ci fermiamo in attesa che termini la S. Messa all’interno.

Ci avviamo quindi a visitare il Chiostro che in un primo momento ci lascia un po’ delusi, rispetto agli altri due, per l’aspetto spoglio , di forma rettangolare e sembra poco curato.Subito dopo pero’ compare il custode che ci porta al piano superiore , ben diverso, curatissimo e verdeggiante.
Da li’ s’intravede l’altissimo campanile ( romano-gotico del 1147)alto 56 mt. che si erge solenne nella sua mole squadrata, traforata sui quattro lati da coppie di bifore nell'ordine inferiore e da vaste pentafore nell'ordine superiore.
La costruzione e’ davvero originale poiche’ poggia a cavallo della via che separa la Chiesa dal Chiostro, su una poderosa arcata a sesto lievemente acuto.

Entriamo quindi nella Chiesa dove troviamo ad accoglierci il Parroco, gentilissimo, che ci illustra lo splendido interno, ricco di dipinti, affreschi del seicento, del settecento e dell’ottocento.
Cappelle volute dalle piu’ illustri famiglie genovesi dimostrano l’importanza della Basilica ( l’interno contrasta quasi con la linearita’ della facciata romanica, semplice e spoglia)

Ci sono talmente tante cose da vedere e poco tempo per farlo, per cui ad un certo punto dobbiamo congedarci dal Parroco che cosi’ gentilmente ci ha fatto da Guida.
Sono quasi le sette di sera e dobbiamo tornare ciascuno a casa , con gli occhi pieni di tanta bellezza…nemmeno l’aperitivo si riesce a prendere stasera!



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